Segovia in mezza giornata – capitolo 6

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Si torna in Castilla y Leon, precisamente a Segovia. E’ una regione che non si finisce mai di visitare, perché accanto a città meravigliose – come Burgos, Leon, Salamanca, Astorga, Ponferrada ed Avilla – offre dei paesaggi completamente diversi a pochi km di distanza. Si va, infatti, dal deserto de las mesetas e ai suoi paesini ormai abbandonati fino al verde rigoglioso che porta a Molinaseca e alla valle del Bierzo, un verde che poi esplode sul Cebreiro appena giunti in Galizia. E’ una terra di nobili, cavalieri e pellegrini, piena di storie e personaggi strani da raccontare, nonché di eroi da onorare. Qui i comuneros si ribellarono a Carlo V per le eccessive vessazioni fiscali subite e qui tuttora sono celebrati nelle loro città d’origine. Uno di questi, il figlio di Don Rodrigo Arias, l’ho conosciuto a Salamanca. Segovia, invece, appartiene a Juan Bravo, il nobile che tuttora impugna la bandiera della rivolta nella statua che lo rappresenta nella piazza più bella della città. DSC04355 DSC04374 Raggiungere Segovia è abbastanza facile, anche se per me – che parto dalla periferia – significa raddoppiare i tempi e dover cambiare ben tre linee della metro prima arrivare alla stazione di Moncloa. Da qui poi posso poi prendere l’autobus per la destinazione finale, autobus pieno di turisti giapponesi e su cui mi addormento per tutta l’ora del tragitto. DSC04378 La città, molto vivace ed elegante, è famosa soprattutto per l’acquedotto romano, un acquedotto perfettamente conservato e ai cui lati sono state costruite numerose posadas molto pittoresche. Salendo sulle scale a sinistra, si può anche passeggiare per il barrio de los caballeros ( quartiere dei cavalieri), che ovviamente si erano stabiliti sul confine della città sia per difenderla che per incassare le gabelle. DSC04384 DSC04389 Lungo il corso principale, tra l’altro, è possibile visitare all’esterno due Chiese romaniche molto belle. Si tratta di San Millian e di San Clemente. Anche San Esteban e il palazzo arcivescovile sono molto belli. Da qui, tra l’altro, mi basta scendere una scalinata per arrivare in plaza medina del campo, meglio conosciuta come plaza de las sirenas per via di due statue che, in realtà, rappresentano due sfingi. DSC04390 DSC04394 DSC04396 DSC04397 DSC04398 Questa piazza, molto scenografica, oltre alla statua de già citato Juan Bravo, è impreziosita dalla presenza della rinascimentale Casa del Siglo XV, dalla Chiesa di San Martin e dal Torreon de Lozoya, casa-torre del ‘300 con due cortili rinascimentali. Proseguendo lungo la stessa via, che però cambia nome da calle Real in calle Juan Bravo,  spio la Carcel Real ( oggi biblioteca) e arrivo infine nella plaza Mayor. DSC04399 DSC04409 DSC04410 DSC04416 La plaza Mayor, più in particolare, è dominata dal Municipio, dalla Chiesa di San Miguel – in cui Isabella la cattolica fu incoronata regina di Castilla – e, soprattutto, dalla enorme Cattedrale gotica, una cattedrale a pianta greca da cui si accede attraverso la Puerta del Perdòn, ma che al suo interno trovo un pochino kitch. Dopo aver visitato il chiostro e la sagrestia abbellita con numerosi arazzi, osservo superficialmente le varie cappelle interne alla Chiese, le sue vetrate cinquecentesche e infine l’abside. DSC04422 La Cattedrale, tuttavia, fa più scena all’esterno ed impressiona soprattutto per la sua torre di 110 metri. DSC04423 Ecco, ora è arrivato il momento di conoscere una delle istituzioni di Segovia: el cochinillo asado ( il maialino al forno). Si tratta del piatto forte della città per provare il quale migliaia di spagnoli ci si fermano appositamente. Io, per l’occasione, decido di trattarmi bene e di andare da José Maria, un ristorante storico molto elegante, ma in cui – come da tradizione spagnola – si possono tirare a terra i resti de las tapas appena mangiate. A dire la verità questo famoso cochinillo per me non è stato indimenticabile. E’ buono, per carità, ma nulla di eccezionale. DSC04427 DSC04430 DSC04431 Riprendo, quindi, il mio tour con destinazione finale l’Alcazar, un palazzo fiabesco caratterizzato da torri a copertura conica rivestite d’ardesia. Si tratta di un unicum in Spagna, visto che questo stile appartiene più all’Austria/Germania. Orbene, benché l’edificio sia stato colpito da un incendio nel 1862, la visita è davvero eccezionale. Le stanze, tutto molto curate ed originali, si susseguono impressionando il visitatore tra quadri, arazzi, mobili intarsiati e pezzi di artiglieria. La visita all’Alcazar mi ha davvero entusiasmato, anche perché da qui si gode della più bella vista sulla valle di Segovia. In lontananza si intravedono anche i monasteri di Veracruz e  di Santa Maria del Parral. Mi sarebbe piaciuto visitarle, ma sono fuori dal centro e non ho i tempi tecnici per raggiungerle. Per questo mi consolo con una breve passeggiata lungo le mura e nel barrio de lo judios (degli ebrei) fino a la puerta de San Andres. DSC04437 DSC04442 DSC04444 DSC04448 Non mi aspettavo che Segovia fosse tanto bella e, in fondo, capisco il motivo per il quale Antonio Machado venne a viverci. A dire il vero mi piacerebbe rimanerci anche una serata, ma purtroppo devo proprio tornare a Madrid. DSC04453 DSC04456 DSC04457 DSC04459 DSC04472 DSC04473 DSC04474 DSC04479 DSC04485 DSC04486 Cosa che farei subito se gli autobus non fossero pieni e non mi costringessero ad arrivare a Madrid dopo le 21. E’ triste constatare che a Madrid sono stato 3 volte negli ultimi 6 giorni e non sono riuscito nemmeno a fare una passeggiata. Per questo, anche se è tardi e sono stanco, una giretto turistico veloce  è d’obbligo: il palazzo reale, la puerta del Sol, la plaza Mayor, la calle Arenan,  la calle San Jeronimo, el paseo del Prado, Atocha. Prima di organizzare questo viaggio, desideravo fortemente rivedere el parque del Buen Retiro, ma purtroppo – quando arrivo a suoi cancelli – constato che è già chiuso. Si vede che presto mi toccherà tornare a Madrid appositamente.

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Plaza Mayor – Madrid

INFORMAZIONI UTILI PER RAGGIUNGERE SEGOVIA: Bisogna andare alla stazione Moncloa di Madrid, stazione raggiungibile in metro con la linea rossa. Dopodiché andare al piano di sotto e rivolgersi alla compagnia Sepulvedana. Ci sono autobus ogni quaranta minuti e il costo è di circa 14 euro per l’andata e il ritorno. Appena arrivati, meglio prendere subito il biglietto di ritorno riservando un orario al fine di non incorrere nel rischio di trovare tutto pieno. Tempo di visita stimato per Segovia 5 ore, più – ovviamente – le varie soste per pranzo e spese varie. http://www.lasepulvedana.es

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