In questo articolo, dedicato a cosa vedere a Napoli in 3 giorni, cercherò di sviluppare un itinerario illustrando cosa visitare nel capoluogo campano in un weekend lungo nel modo più schematico possibile. L’idea è infatti quella di realizzare una guida utile, ma allo stesso tempo di immediata comprensione in modo da potervi attingere per orientarsi facilmente una volta giunti a Napoli

Prima però lasciatemi rispondere alla seguente domanda: sono sufficienti 3 giorni per vedere Napoli ? No. Sinceramente 3 giorni non bastano e non consentono di avere un quadro esaustivo della città. Ne rimangono per forza di cose fuori delle attrazioni importantissime che rendono inevitabile rinviare la conoscenza ad una nuova visita di Napoli. Un esempio su tutti?
La reggia- museo di Capodimonte e il museo archeologico – nazionale. Si tratta di due tra i musei più importanti del mondo e in tre giorni non sarà possibile vederli entrambi, se non a patto di rinunciare ad altro ( in questa guida li inserisco entrambi per necessità, tagliando però fuori altre cose). Per questo motivo, non a caso, ho già pubblicato una guida su cosa visitare a Napoli in 4 o 5 giorni , guida cui vi consiglio di darà una occhiata perché è ( quasi) completa e riporta delle informazioni che di seguito non ripeterò. Quanto segue, infatti, non sarà semplicemente una sintesi di quanto ho già scritto, ma una guida a Napoli in 3 giorni che seguirà una metodologia completamente diversa.
Dividerò, infatti, la città per zone / quartieri indicandovi tutto ciò che c’è da vedere indicando con 3 asterischi le cose più importanti in assoluto e poi, man mano, in ordine decrescente, le cose di minore interesse: a scegliere cosa visitare sarete dunque voi! Non sarà infatti umanamente possibile visitare in una singola giornata tutto ciò che riporterò, per cui dovrete fare selezione a seconda delle vostre esigenze fidandovi delle mie valutazioni discrezionali.
Per orientarvi a Napoli dividete la città in queste macroaree:
- Centro ( piazza del Plebiscito)
- Centro storico ( piazza del Gesù – Duomo )
- Chiaia, Mergellina e Posillipo
- Capodimonte
- Vomero
Nell’illustrarvi cosa vedere a Napoli in 3 giorni, consentitemi poi di suggerirvi di muovervi tendenzialmente a piedi e con i mezzi pubblici ( in particolare in metropolitana e soprattutto con la funicolare) per un motivo molto semplice: ciò vi consente di essere più agili. La macchina o la motocicletta, a dire il vero, potrebbero essere utili per andare a Capodimonte, Posillipo ed eventualmente nell’area flegrea, ma resta in ogni caso fermo il mio suggerimento. Se arrivate a Napoli in macchina il mio consiglio è di lasciarla tendenzialmente in un parcheggio / garage e utilizzarla solo per le zone che ho riportato poc’anzi.
Ciò premesso, andiamo al sodo e occupiamoci di cosa vedere a Napoli in 3 giorni. Le informazioni utili ( in particolare come arrivare dalla stazione ferroviaria / dall’aeroporto al centro ) le fornirò alla fine di questo post. Tenete poi presente che un itinerario a Napoli non può mai essere lo stesso in ogni periodo dell’anno: in estate sarà più piacevole visitare la costa e tutto ciò che c’è attorno a Posillipo sfruttando la lunghezza delle giornate di sole, nel periodo natalizio sarà invece più indicato andare a visitare i presepi nelle Chiese del centro storico e nelle botteghe di via San Gregorio Armeno.
Napoli in 3 giorni – cosa vedere
- Giorno 1 – Itinerario: Il centro e il centro storico
- Piazza del Plebiscito ***
Il mio itinerario di Napoli in 3 giorni inizia dalla piazza simbolo della città, ovverosia piazza del Plebiscito o meglio, ricorrendo alla sua storica denominazione, “largo di Palazzo”.
Qui infatti, da una parte, è situato il palazzo reale di Napoli realizzato da Domenico Fontana, dall’altra la Chiesa di Francesco di Paola con le statue equestri dei re di Carlo – realizzata da Antonio Canova – e Ferdinando di Borbone.
La piazza, che oggi occupa una superficie di circa 25 000 metri quadrati, in realtà non è sempre stata così e, per come la conosciamo oggi, è il compromesso delle scelte dei sovrani di inizio ‘800. Prima infatti era uno slargo irregolare occupato, tra l’altro, da diversi monasteri.
Con l’arrivo di Gioacchino Murat, tuttavia, i monasteri vennero abbattuti e lo slargo fu trasformato in una piazza regolare con la ricerca estrema delle forme geometriche. Vennero inoltre costruiti, perpendicolari al palazzo reale, il ministero degli interni e il ministero degli esteri.
Il progetto – detto foro gioacchino – sarebbe poi dovuto proseguire con la costruzione di un monumento che celebrasse l’epopea napoleonica, ma venne infine interrotto dal ritorno dei Borbone. Così Ferdinando decise di far realizzare una basilica in stile neoclassico in onore di San Francesco di Paola, patrono delle Due Sicilie che volle intercedere per far ritornare i Borbone a Napoli.
La piazza, tuttavia, tuttora non è regolare. Tanto è vero che è possibile cimentarsi in un gioco: posizionarsi davanti all’ingresso principale della città, bendarsi / chiudere gli occhi e provare avanzare per passare davanti alla linea immaginaria che separa le due statue equestri dei re Carlo e Ferdinando. Scommettiamo che non ci riuscite?
Il Palazzo Reale di Napoli *** poi si caratterizza per due facciate completamente diverse l’una dall’altra. Infatti, mentre il lato che guarda verso il mare si connota per terrazze e giardini pensili, il lato che affaccia su piazza del Plebiscito è caratterizzato dai grandi re della storia di Napoli ( purtroppo mancano i Borbone e figura un Savoia di troppo perché fu con quest’ultima dinastia che il progetto…borbonico venne realizzato).
Per la realizzazione del palazzo reale – all’esterno in mattoni di cotto rosato, piperno e pietra vulcanica – hanno lavorato architetti del calibro di Luigi Vanvitelli, Ferdinando Sanfelice, Domenico Fontana e Gaetano Genovese.
All’interno, dopo aver visto i cortili, è possibile accedere agli appartamenti reali tramite lo scenografico scalone d’onore. Al primo piano è, infatti, possibile vedere sia le sale di rappresentanza ( ad esempio il salone del trono) che gli appartamenti privati. Molto caratteristico ed elegante è però il teatrino di corte.
Alle spalle di piazza del Plebiscito e del castel dell’Ovo ci troviamo in una zona nota con il nome di Monte di Dio e poi Pizzofalcone / Monte Echia.
Si tratta di una zona quasi nascosta, ma importantissima perché costituisce il primo nucleo abitativo dell’antica Neapolis.
Non è una zona che può essere vista in un programma di itinerario per Napoli in 3 giorni, ma di cui in ogni caso segnalo l’esistenza a chi già conosce Napoli e vuole fare qualcosa di alternativo.
In particolare assume rilevanza la galleria borbonica commissionata da Ferdinando II di Borbone a Errico Alvino per scopi militari.
Al suo interno si scoprirà poi che, nel corso della seconda guerra mondiale, è stato utilizzato come rifugio antiaereo.
Vi è poi il liceo d’arte Filippo Palizzi – Umberto Boccioni, la quale – grazie a Gaetano Filangieri Junior e a Demetro Salazar – dispone di reperti archeologici magno-greci, egizi e dell’estremo oriento, nonché una raccolta di maioliche, vetri e ceramiche davvero notevole.
Vi sono poi palazzo Ciccarelli, palazzo Serra di Cassano, la scuola Nunziatella con la sua Chiesetta, la caserta Nino Bixio, la Chiesa di Santa Maria a Pizzofalcone in via egiziaca e poi, salendo per le rampe di pizzofalcone verso castel dell’Ovo, villa Ebe, la villa di Lamont Young.
Seguendo il perimetro del palazzo reale si giungerà in piazza Trieste e Trento*, dove sarà possibile osservare la fontana del carciofo, la Chiesa di San Ferdinando * – dove veniva incoronati i re ed oggi è considerata la Chiesa degli artisti – e il Gran caffè Gambrinus *, il caffè dei presidenti della repubblica italiana, ma anche di Hemingway, Oscar Wilde, D’Annunzio e Marinetti.
All’interno si nota lo stile libertà con stucchi e quadri ottocenteschi.
Dopodiché suggerisco di seguire il perimetro dei giardini della biblioteca nazionale, dove è possibile vedere le statue equestri donate dallo zar di Russia, per arrivare davanti a Real Teatro San Carlo***, il più antico teatro lirico al mondo e probabilmente il più bello in assoluto.
Se c’è qualcosa di interessante in cartellone, può valere la pena assistere ad uno spettacolo. Altrimenti si organizzano visite guidate a orari prestabiliti ( a questo link trovate orari e tariffe).
Dal teatro San Carlo è agevole accedere alla Galleria Umberto*** galleria commerciale di fine ‘800 caratterizzate da ampie vetrate e stucchi.
Dalla Galleria si può poi accedere a via Toledo, strada storica di Napoli su cui affacciano numerosi palazzi storici tuttora privati e che va tenuta sempre come riferimento per spostarsi a Napoli.
Qui, inoltre, è possibile vedere la famosa stazione della metropolitana, considerata la più bella del mondo, e il seicentesco palazzo Zavallos – Stigliano *, che ospita uno dei Caravaggio presenti a Napoli ( il Martirio di sant’Orsola) e spesso vede l’allestimento di mostre pittoriche interessanti. I correntisti di banca Intesa non pagano.
Da via Toledo inizia, tra l’altro, quel reticolato di strade noto con il nome di Quartieri Spagnoli*, si tratta di vicoli stretti popolari e caratterizzati dai “bassi”, abitazioni a livello della strada molto modeste.
Negli ultimi anni hanno iniziato ad essere considerati molto folcloristici, per cui sono diventati molto turistici.
Tra gli angoli più suggestivi la salita alle spalle della funicolare centrale in piazzetta Augusteo e Santa Teresella degli spagnoli.
Proseguendo per via Toledo potrete poi fare una deviazione per piazza Municipio, dove vedrete appunto il comune e al centro la fontana del Nettuno, e naturalmente per il Maschio Angioino** / Castel Nuovo ** con l’arco aragonese, la sala dei baroni, le cappelle e le sue 5 torri.
Il castello, risistemato dagli aragonesi e poi da Carlo di Borbone, in origine era stato altresì la reggia della corte.
Da via Toledo si può poi proseguire fino a piazza Carità e poi fino a piazza Dante. Da qui, tramite port’Alba, dopo aver dato una rapida occhiata a piazza Bellini con le sua mura greche, sarete nel cuore del centro storico.
Per orientarvi facilmente tenete a mente due vie tra loro parallele: via dei Tribunali*** ( l’antico decumano maggiore della Napoli greca) e Spaccanapoli*** ( l’antico decumano minore che assume i nomi di via Benedetto Croce e di via San Biagio dei Librai.
Il mio consiglio, in ogni caso, è di iniziare da “Spaccanapoli”. Per cui, una volta attraversata Port’Alba, dopo piazza Bellini, andate verso via San Sebastiano, la via delle botteghe della musica per via dell’antichissimo conservatorio di San Pietro a Majella.
Vi troverete così davanti alla Chiesa e al famoso monastero di San Chiara***
Sì, proprio quello della canzone. All’interno della Chiesa – bella, ma purtroppo bombardata durante la seconda guerra mondiale – troverete, peraltro, le tombe degli ultimi Borbone, Francesco e Maria Sofia, nonché di Salvo D’Acquisto.
Ad essere davvero imperdibile è però soprattutto il celebre Chiostro maiolicato***.
A fianco poi vi troverete in piazza del Gesù *** nuovo con l’omonima Chiesa dalla faccia in bugnato e l’obelisco per l’Immacolata, protettrice del regno delle Due Sicilie.
All’interno della Chiesa troverete, inoltre, ciò che resta delle mobilie di San Giuseppe Moscati, Santo che viveva proprio a fianco.
Altra Chiesa di interesse è poi Sant’anna dei lombardi * con la cappella affrescata dal Vasari e la piazzetta adiacente con la fontana del Monteoliveto. Invertite a questo punto la marcia e tornate su Spaccanapoli.
Percorretela quasi tutta dando la giusta attenzione a tutti i palazzi storici, ma soprattutto alla statua del dio Nilo – detta il corpo di Napoli – che si trova nel un piccolo largo. Si tratta di una statua risalente al II secolo quando la zona era abitata dagli alessandrini che dall’Egitto portarono a Napoli la loro conoscenza nel lavorare il legno ( per questo a Napoli c’è stata grande tradizione in tal senso).
Vi troverete successivamente in piazza San Domenico Maggiore *** con la Chiesa, l’obelisco e il convento omonimo – dove visse anche San Tommaso D’Aquino.
Qui anticamente vi era il confine orientale della Neapolis greca e la piazza, per come la conosciamo, deve molto a re Alfonso I . Qui affacciano palazzi importanti quali palazzo Carafa della Spina, di Sngro, di Sangro di Casacalenda, Petrucci e la Chiesa di Sant’Angelo a nilo.
A destra vi è poi via Mezzocannone, la via dell’università Federico II. Vi consiglio di percorrerla alla fine del giro del centro storico in modo da giungere poi alla bella piazza Borsa al cui centro troverete la statua equestre di un re che preferisco non nominare.
A piazza Borsa / Bovio, peraltro, vi è appunto la sede dell’antica Borsa e la stazione della metro di università, uno delle più belle.
In via Mezzocannone vi sono, inoltre, 4 musei universitari molto interessanti che mi limito a segnalare, anche se è difficile inserirli in soli 3 giorni di visita: mineralogico, zoologio, antropologico, paleontologico. Sono piccoli, ma anche molto belli ( potrete vedere anche degli scheletri di tirannosauro).
Grazie a via Mezzocannone potrete poi avvicinarvi alla basilica paleocristiana di San Giovanni Maggiore **, da poco restaurata.
Nei pressi di piazza San Domenico maggiore vi è però soprattutto la Cappella Sansevero *** voluta dal principe alchimista Raimondo di Sangro.
Qui vivrete uno dei momenti più intensi dei vostri 3 giorni a Napoli, visto che potrete ammirare la statua del Cristo Velato del Sammartino, ma anche le opere scultoree pregevoli del Corradini e del Queirolo, nonché le macchine anatomiche del Principe, due corpi scarnificati in cui è stato ricostruito il sistema circolatorio.
I due decumani si incrociano in diversi punti, ma il più importante è in via San Gregorio Armeno***, la via dei pastori e delle botteghe del presepe impreziosita dall’omonimo monastero con la Chiesa ( anche detta di Santa Patrizia), un campanile e un chiostro bellissimo.
E’ appunto da San Gregorio – dove trascorrerete un tempo indeterminato tra le botteghe – che potete giungere in via dei Tribunali, potendo in particolare visitare subito piazzetta San Gaetano con la Basilica di San Lorenzo Maggiore ** e San Paolo Maggiore * con la colonna corinzia risalente all’antichissimo tempio dei dioscuri.
Qui vi peraltro vi è anche l’ingresso di Napoli sotterranea * che dà la possibilità di conoscere parte del sottosuolo di Napoli e peraltro di imbattersi in un piccolo teatro greco nascosto da cui si accede per il tramite di una abitazione privata.
Via dei Tribunali è una strada molto folcloristica per via dei portici, botteghe tradizionali, pizzerie, nonché per la chiesa della Pietrasanta con il suo campanile.
In via dei Tribunali vi sono poi altre due Chiese da tenere assolutamente in considerazione. La prima è la chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, meglio nota come la chiesa “de’ ’e cape ’e morte”. La riconoscete perché all’esterno vi trovate delle sculture che ritraggono dei teschi.
La Chiesa, di epoca barocca, custodisce opere di Luca Giordano, Massimo Stanzione Andrea Vaccaro, ma sopratutto un antichissimo ipogeo dove si conserva il culto delle anime pezzentelle, ovvero per i resti umani cui chiedere delle intercessioni.
La seconda si trova verso la fine di via dei Tribunali al lato di via Duomo. Si tratta della Chiesa dei Gerolamini* o di San Filippo Neri con la facciata progettata da Ferdinando Fuga. Qui ha sede un bellissimo convento e una biblioteca ancora più bella, purtroppo ad oggi non visitabili.
- Giorno 2 – Itinerario di Napoli in tre giorni, cosa vedere
Siccome credo che non sia possibile umanamente visitare più cose rispetto a quelle che ho indicato nel primo giorno di visita, è giusto che anche il secondo giorno sia incentrato sul centro storico. Del resto si tratta dell‘area Unesco urbana più estesa al mondo e non a caso, tra le cose da vedere a Napoli, ho ritenuto opportuno selezionare il meglio. Va infatti considerato che il centro storico di Napoli pullula di Chiese perché i nobili pensavano di comprarsi il paradiso facendone realizzare una. E, invero, Napoli anticamente era nota come la città delle 500 cupole per via della quantità di Chiese, monasteri, conventi e chiostri presenti ( purtroppo molti danneggiati nel corso della seconda guerra mondiale). Persino più di Roma, l’epicentro della cristianità.
Il Duomo *** di Napoli però è ovviamente imperdibile. Pur essendo dedicato ( SORPRESA) a Santa Maria Assunta e pur inglobando al suo interno le più antiche basiliche di Santa Restituta con il battistero più antico d’Occidente e San Giovanni in Fonte, il padrone di casa rimane San Gennaro con le sue reliquie. Il Duomo sovrappone più stili, ovverosia va dal gotico trecentesco al neogotico ottocentesco.
Per mera mancanza di tempo escludo la visita al tesoro di San Gennaro – più prezioso del tesoro della regina d’Inghilterra così come la visita al museo Filangieri a palazzo Como. Sconsiglio poi a prescindere, senza ombra di dubbio alcuno, la visita al museo di arte moderna madre: una schifezza in cui eventualmente andare solo in occasione di eventi particolari.
Di contro non si deve avere esitazione per alcuna nell’accedere al Pio Monte della Misericordia ***, che si trova al lato del Duomo proprio accanto all’obelisco barocco di San Gennaro. Qui sono conservate le 7 opere della Misericordia di Caravaggio e altri dipinti del seicento napoletano. Allo stesso modo merita tanto il complesso monumentale di Donnaregina * con la Chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia e il convento delle clarisse. Merita in particolare per gli affreschi della cappella Loffredo.
A questo punto dirigetevi verso Porta San Gennaro affrescata dal Mattia Preti in seguito alla terribile peste che afflisse Napoli nel 1656 e alla galleria principe di Napoli: sarà quindi la volta di visitare il museo archeologico – nazionale di Napoli *** , il più importante al mondo per l’arte romana in virtù dei numerosi reperti provenienti dai siti vesuviani, per il mosaico della battaglia di Isso ritraente Alessandro Magno, la collezione Farnese, la collezione egizia e l’imponente sala della meridiana. Dello stesso ho scritto più approfonditamente qui con riguardo anche ad orari e tariffe.
- La Sanità : alternativa all’itinerario
Naturalmente, essendo 3 giorni insufficienti per visitare Napoli, bisogna fare delle scelte. Trovandovi nei pressi del centro storico, ma fuori dalle “mura antiche della città, una buona idea potrebbe essere quella di visitare la Sanità e poi un altro po’ di centro storico. Si tratta di zone in cui però bisogna tenere un profilo basso e, per quando belle, purtroppo ad oggi degradate.
Della Sanità – che si trova alle spalle del museo – in particolare dovete visitare via dei Vergini con palazzo dello Spagnolo * e palazzo di Ferdinando Sanfelice *, nonché la Chiesa di Santa Maria della Sanità al cui interno potete accedere alle splendide catacombe di San Gaudioso ** , il ponte di Santa Teresa degli Scalzi ( dello della Sanità), via Santa Maria Antesaecula ( dove è nato Totò ) e infine il cimitero delle Fontanelle ** con oltre 40mila resti umani delle vittime della peste di metà ‘600 in cui si svolgeva anticamente il rito delle “anime pezzentelle” con l’adozione di ciascun devoto di un cranio ( «capuzzella»), cui corrispondeva un’anima “pezzentella”, cioè abbandonata.
Sembra macabro, ma è un luogo particolarissimo che colpisce molto. Vi domanderete: come è possibile che un quartiere degradato ospiti edifici così belli? Semplice: il borgo dei vergini si trova fuori le antiche mura della città ( per questo esiste via Forìa) in quella che una volta era campagna ai piedi della collina con la reggia di Capodimonte. Per cui, per stare vicini al re, anticamente i nobili costruivano nel quartiere la loro seconda casa. Il quartiere in ogni caso sta lentamente cambiando. Ciò grazie alla cooperativa la Paranza ideata da Don Antonio Loffredo che vi accompagna nella visita delle catacombe. Inoltre alla Sanità vi sono le catacombe di San Severo e l’acquedotto romano.
- Porta Capuana, vicino alla stazione centrale : 2a alternativa
Per completezza cito anche altre cose da vedere nel centro storico di Napoli. In particolare la piazzetta di Forcella col suo ceppo, le Chiese di Sant’Agostino alla Zecca e di San Severo al Pendino, nonché sopratutto San Giovanni a Carbonara **, Santa Caterina a Formiello **, il castello e porta Capuana.
Ci tengo soprattutto per San Giovanni a Carbonara, Chiesa meravigliosa risalente al ‘300, ma con opere scultoree risalenti al ‘500. Merita soprattutto per i ricchi pavimenti che adornano la cappella in cui è sepolto re Ladislao di Durazzo. Questa Chiesa dunque è il pantheon dell’ultimo re angioino, mentre San Domenico maggiore è per i re aragonesi e Santa Chiara per i Borbone. La chiudo qui, anche se ci sono altri angoli che dovrei citare.
- La riviera di Chiaia e Posillipo
Tra le cose da vedere a Napoli in 3 giorni è, tuttavia, prioritario vivere il mare di Napoli, a cominciare dalla passeggiata per antonomasia di Napoli, ovverosia via Acton / via Partenope / via Caracciolo *** .
In sintesi il lungomare con la riviera di Chiaia. La bella passeggiata può iniziare da borgo Santa Lucia verso Castel dell’Ovo ***, sull’isolotto di Megaride o Borgo Marinari.
L’accesso al castel dell’Ovo è libero e al suo interno potrete vedere anche la tavola Strozzi, la più antica rappresentazione di Napoli esistente. Successivamente si può poi proseguire a piedi fino alla villa reale con la colonna spezzata, piazza Vittoria, la villa reale e la rotonda Armando Diaz.
Per mancanza di tempo non consiglio di visitare la villa Pignatelli ( al massimo ne leggete qui, sempre sul narrabondo). Consiglio, invece, di addentrarsi nel quartiere più chic di Napoli con via Calabritto, piazza dei Martiri, via Filangieri, piazza Amedeo, via del parco Margherita con i villini liberty e il Castello Aselmeyer progettato da Lamont Young ) al corso Vittorio Emanuele.
Dopodiché si può percorrere, per tornare in piazza del plebiscito, via Chiaia con il ponte decorato dai fregi in marmo di Tito Angelini e Gennaro Calì,
Per vero, percorrendo tutto il lungomare, si arriverà a Mergellina ** e poi, subito dopo, inizierà il promontorio Posillipo ** , il quartiere più panoramico e ricco di Napoli.
Di quest’ultime zone vi consiglio l’essenziale: piazza Sannazaro *, dove vedrete la fontana della Sirena in onore di Partenope, il parco vergiliano con la tomba di Leopardi, Virgilio e il bel panorama, le rampe di Sant’Antonio ** per il panorama più suggestivo di Napoli, l’incantevole palazzo Donn’Anna con l’ingresso da mare, Marechiaro *, Rivafiorita ** con villa Volpicelli e villa Rosebery, il parco virgiliano ( stavolta con la I) da cui si vede Nisida e il parco archeologico di Pausilypon ** con l’isolotto di Gaiola.
La verità?
Se volete leggere di Posillipo bene bene, io ho scritto dettagliatamente cosa vedere a Posillipo e Mergellina.
Ed è lì che rimando caldamente per non ripetermi in questa sede.
Mergellina e Posillipo possono essere esplorate in tarda giornata e poi eventualmente considerate per una cena elegante.
Posillipo è collegata con l’autobus 140 che parte da Mergellina, di sera però è necessario il taxi.
- Giorno 3 – Capodimonte e Vomero
In questo 3 giorno di visita a Napoli l’itinerario deve proseguire con una scelta ideologica. A Capodimonte c’è il museo – reggia di Capoodimonte che offre il miglior patrimonio artistico della città, ma è mal collegato. Il Vomero, invece, è un bel quartiere borghese che pure merita ed è raggiungibile dal centro in pochi minuti. Invero Potreste spezzare la giornata in 2 e vedere entrambi i quartieri velocemente, ma è giusto che ogni valutazione rimanga soggettiva.
Facciamo così.
Vi illustro brevemente entrambi i quartieri in modo che possiate decidere con la giusta consapevolezza.
- Come arrivare a Capodimonte
Innanzitutto per arrivare a Capodimonte consiglio la macchina ( il parcheggio si trova facilmente). Inoltre potreste arrivarci a piedi dalla Sanità. In alternativa dal museo archeologico – nazionale ( piazza Cavour), piazza raggiungibile in metropolitana con entrambe le linee, potete prendere i seguenti autobus:
168 e 178 (fermata Porta Piccola, via Miano);
C63 (fermata Porta Grande, via Capodimonte);
604 (fermata Viale Colli Aminei, distante circa 200 metri da Porta Piccola).
Inoltre fa fermata apposita la linea A del Citysightseeing bus.
Ciò detto, di Capodimonte ho indegnamente scritto qui: visita alla reggia di Capodimonte ***
Qui mi limiterò a dire che la reggia è essenzialmente 3 cose: è residenza reale, è importantissimo museo, è parco incantevole.
Sotto il primo profilo va detto che fu voluta da Carlo di Borbone – che volle anche realizzare qui la real fabbrica di porcellane – e vissuta anche dai francesi Bonaparte e Murat. Gli appartamenti reali si caratterizzano per lo stile pompeiano, salette di porcellana e – con modifiche francesi – per lo stile impero. Sono magnifici. Dopodiché abbiamo una vasta collezione di opere d’arte e, in particolare, la pinacoteca con la collezione farnese e in particolare La Flagellazione di Cristo del Caravaggio. Spesso si organizzano mostre molto importanti. Infine abbiamo il parco, parco panoramico e splendido di 124 ettari che poi diventa bosco. Utilizzato originariamente per feste e battute di caccia, è poi divenuto il parco più frequentato dai napoletani. Fu realizzato dal grande architetto Ferdinando Sanfelice seguendo il gusto barocco e poi reso giardino all’inglese da Federico Dehnhardt. Vi trovate oltre 400 varietà di piante secolari, coltivazioni e orto. Vi trovate anche le Chiese di San Gennaro, l’eremo dei Cappuccini, la real fabbrica di porcellana e fontane monumentali.
A Capodimonte meritano poi davvero tanto anche le catacombe di San Gennaro * , gestite dalla stessa cooperativa che si occupa di quelle di San Gaudioso alla Sanità e completamente diverse da quest’ultime.. Meritano, ma gestite i tempi. Sono le più grandi catacombe dell’Italia meridionale e sono completamente diverse rispetto a quelle romane: molto più ricche. Vi si trova anche la più antica raffigurazione di San Gennaro, che qui venne inizialmente portato. Al lato delle catacombe vi è poi la basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, detta anche la piccola San Pietro perché si tratta di una “piccola copia” di San Pietro a Roma. Vi trovate pure una riproduzione della Pietà di Michelangelo. Per quanto recente, ci sono diversi dipinti importanti e le tombe di principi di casa savoia
- Il Vomero
Il Vomero è, invece, quel quartiere collinare che potete ammirare dalla stessa piazza del plebiscito. E’ perfettamente collegato sia con la metropolitana che con ben 4 funicolari che partono da 4 punti distanti di Napoli in modo rapido e sono puntualissime.
In proposito ho scritto la mia guida dettagliatissima su cosa vedere al Vomero . Leggetela, vi sono sia indicazioni storiche e che pratiche su come raggiungerlo. Qui mi limito all’essenziale: dopo una breve passeggiata da piazza Vanvitelli e via Scarlatti, zona di struscio e di negozi, vi potete dirigere verso il belvedere di San Martino. Qui troverete l’omonima Certosa ** con le Chiese, i chiostri, i giardini pensili, i cortili, le lance reali di Carlo, le opere artistiche più varie e il presepe Cucinielllo
Vi è poi sono il castel dell’Elmo ** con la pianta a stella priva di torrioni. E’ il castello più imponente di Napoli. Dal belvedere poi partono le scale monumentali della Pedamentina a San Martino che perdono di tornare al centro di Napoli in pochi minuti. Prima al corso Vittorio Emanuele e poi, in pieno centro in punti differenti della città.
Al Vomero poi merita una passeggiata il parco della villa Floridiana e poi la passeggiata del petraio * . Si tratta di un percorso alternativo rispetto alla Pedamentina che consente di apprezzare i villini liberty di via Luigia Sanfelicia e via Palizzi – tra cui la villa di Eduardo Scarpetta, villa Santarella – per poi addentrarsi in un percorso che sembra campagnolo e invece conduce al centro di Napoli. E’ molto suggestivo. Rinnovo, in ogni caso, a leggere di Vomero nell’articolo ad hoc dedicato.
Questo è, dunque, il “mero elenco” delle cose da vedere a Napoli in 3 giorni. Per completezza fornisco qualche informazione sugli spostamenti.
Ebbene,
- Come arrivare dall’aeroporto di Napoli al centro città ?
Al termine di questa guida su Napoli – con un itinerario che considero quasi esaustivo – è giusto che vi fornisca alcuni consigli pratici. Per arrivare dall’aeroporto di Napoli al centro allo stato ci sono due modi: autobus e taxi.
Per quanto riguarda l’autobus, appena usciti dall’aeroporto, seguite il percorso dritto sulla destra e vi troverete alla fermata dell’ Alibus. Quest’ultimo fa essenzialmente due fermate: una dei pressi della stazione centrale, l’altra alla stazione marittima vicino piazza Borsa ( dunque in centro). Entrambe le fermate sono vicino alle stazioni della metro. Il biglietto costa 5 euro e può essere fatto a bordo: chiedete il biglietto rigido da utilizzare anche per la metropolitana. Conviene! Il percorso è di massimo 15 minuti.
- Come arrivare dalla stazione centrale al centro di Napoli ?
Ci si può agevolmente spostare in taxi, autobus e soprattutto in metropolitana. Entrambe le linee della metropolitana partono proprio dalla stazione centrale di Napoli piazza Garibaldi. A seconda della zona in cui vorrete andare.
La linea 2 permette in particolare di arrivare a : piazza Cavour ( museo archeologico ), Montesanto ( via Toledo, siete in centro), piazza Amedeo ( Chiaia), Mergellina ( piazza Sannazaro).
La linea 1 consente, invece, di arrivare a piazza Borsa ( università), via Toledo, piazza Municipio, piazza Dante, piazza Cavour ( museo archeologico ) e poi al Vomero ( piazza Vanvitelli, 4 Giornate, piazza Medaglie d’Oro).
Vi ho citato le fermate più importanti per un turista!
Come arrivare al Vomero dal centro coi mezzi pubblici ?
Per arrivare al Vomero dalla stazione centrale basta prendere la linea 1 della metro. Ci sono diverse fermate che interessano il Vomero, la principale è piazza Vanvitelli. Per arrivare al Vomero dal centro storico, oltre alla medesima linea della metropolitana, può essere ancora più rapida la funicolare. Ce ne sono 4. Una a piazzetta Augusteo, che affaccia su via Toledo nei pressi di piazza del Plebiscito, un’altra a Montesanto ( sempre nei pressi di via Toledo tra piazza Carità / Gesù Nuovo e piazza Dante), un’altra a piazza Amedeo a Chiaia. La 4 è a Mergellina e per un turista è meno appetibile. Il vantaggio delle funicolari è costituito dal fatto che sono svizzere, frequenti, rapide, comode e folcloristiche.
-
Conclusioni
Per avere indicazioni ulteriori su curiosità, dintorni di Napoli, dove fare acquisti, cosa comprare, cosa regalare, cosa mangiare, criticità e costi di un viaggio a Napoli consiglio di leggere la parte finale di Napoli in 5 giorni
Per quanto riguarda i quartieri in cui alloggiare, per comodità sia logistiche che per piacevolezza della zona le mie preferenze andrebbero ai quartieri di Chiaia, Vomero e centro / centro storico. Eviterei la zona della stazione – sgradevole – e altri quartieri che impongono spostamenti defatiganti ( Fuorigrotta, rione alto e la stessa Posillipo).
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Letto tutto: una guida meravigliosa. L’ho anche stampata (ad uso personale), non so come ringraziarti.
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Grazie a te, se la ritieni utile. Dopodiché per me è un divertimento
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Questo lo hai scritto per me!!!
Non so come ringraziarti, è davvero perfetto.
Domani lo stampo e me lo tengo come guida, gentilissimo davvero.
Non ho ancora prenotato per dormire, da quello che ho capito il Vomero è una zone tranquilla.
Andrea/K
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Ma figurati, è stato un piacere. Mi diverte scrivere di Napoli: È venuto naturale scriverne . Il Vomero va più che bene per spostarsi e per fare una passeggiata serale. L’unico inconveniente è dovrai poi sempre prendere la metro/funicolare per spostarti ( circa 15 minuti a tratta). 😉
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E poi la sera c’è da dire che la funicolare chiude presto, se non ho capito male.
Appena mi organizzo ti scrivo.
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Allora vai a Chiaia. Nel postcovid i servizi pubblici sono riusciti a peggiorare.
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